Da quando proteggo le ortensie così, non temono più il gelo: il metodo che usano i vivaisti

Da quando proteggo le ortensie così, non temono più il gelo: il metodo che usano i vivaisti

Luca Presti

Novembre 12, 2025

Un giardiniere si china sulle piante e passa le dita tra i rami delle ortensie, cercando le gemme che dovranno resistere al gelo. È una scena che si ripete in molte città e campagne italiane: la bellezza delle cascate di fiori va preservata prima che arrivi il freddo vero. Proteggere queste piante non è un gesto estemporaneo ma una serie di scelte pratiche che incidono sulla fioritura successiva, come spiegano vivaisti e tecnici del settore.

Non si tratta solo di coprire: è una questione di tempi, materiali e attenzione al clima locale, soprattutto nel Nord Italia dove le gelate notturne possono essere più frequenti. Chi vive in città lo nota ogni stagione: le ortensie ben curate resistono meglio e mostrano boccioli più numerosi in primavera. Un dettaglio che molti sottovalutano è intervenire troppo tardi, quando le gemme sono già danneggiate.

Quando e con quali materiali iniziare

La scelta del momento per iniziare la protezione è pratica: molti vivaisti suggeriscono di intervenire quando le temperature scendono stabilmente sotto i 5 gradi Celsius. È in quel range che le gemme formate rischiano di subire danni, soprattutto durante gelate improvvise. In diverse regioni italiane la soglia può variare di qualche grado, per questo osservare il microclima del proprio giardino è fondamentale.

Da quando proteggo le ortensie così, non temono più il gelo: il metodo che usano i vivaisti
Ortensie provate dal gelo: un tocco di neve sulle foglie secche. La bellezza delle ortensie è minacciata dal freddo. – calcioinrosa.it

Per il materiale da usare, le opzioni più diffuse sono concrete e comprovate: la paglia, il tessuto non tessuto e le foglie secche. La paglia funge da isolante naturale e permette una buona circolazione dell’aria, riducendo il rischio di muffe. Il tessuto non tessuto è leggero e traspirante, utile per coperture diffuse senza soffocare la pianta. Le foglie secche, magari mescolate alla paglia, sono un materiale a costo zero che, decomponendosi, restituisce sostanza organica al terreno.

Evitate materiali pesanti o completamente impermeabili: teli rigidi possono trattenere umidità e favorire il marciume radicale. Un consiglio pratico, raccontano i tecnici, è creare uno strato stratificato che protegga dal gelo ma lasci spazi d’aria; così si unisce isolamento e respirazione del suolo. Questo è un accorgimento semplice ma efficace per chi coltiva ortensie in giardini domestici.

Preparazione, copertura e controllo durante l’inverno

Prima di stendere qualsiasi copertura, la fase preparatoria è decisiva. Una leggera potatura per eliminare rami secchi o danneggiati aiuta a ridurre il carico della pianta e il rischio di malattie. Non si tratta di tagliare drasticamente, ma di intervenire con giudizio: chi pota nel modo giusto lo sa, la pianta riparte meglio in primavera.

Subito dopo conviene lavorare il terreno: l’aggiunta di un buon compost migliora la struttura del suolo e fornisce nutrienti utili alla ripresa vegetativa. Una base nutritiva solida è un investimento che si vede nei boccioli futuri. Poi si applicano gli strati di protezione scelti in precedenza, rispettando sempre la necessità di lasciare canali per la ventilazione.

Durante l’inverno è essenziale monitorare le precipitazioni e i picchi di temperatura. In caso di piogge abbondanti e freddo combinato, può essere utile sollevare temporaneamente la copertura per evitare ristagni d’acqua. Allo stesso tempo, in periodi di maltempo particolarmente intenso, un telo impermeabile posto sopra una struttura provvisoria protegge dall’acqua, ma deve essere rimosso non appena il clima migliora per non creare un ambiente umido e privo d’aria.

Dopo l’inverno, alla rimozione delle protezioni, si può procedere con una concimazione leggera e un’ispezione attenta per parassiti o malattie: interventi rapidi permettono di correggere problemi prima che compromettano la fioritura. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è quanto conti la cura preventiva: alla prima fioritura si capisce se la strategia ha funzionato, e nelle aiuole cittadine molti giardinieri lo confermano osservando piante più rigogliose rispetto agli anni in cui si è trascurata la protezione.