Ti chiamano e con un trucco ti rubano voce, identità e risparmi: la trappola che svuota tutto

Francesco Russo

Novembre 8, 2025

Ricevere una chiamata e sentire la voce di un figlio, di un partner o di un parente in difficoltà è uno di quegli istanti che blocca chiunque. In pochi secondi la ragione cede al timore: «Ho bisogno di soldi, subito». È esattamente qui che i malintenzionati costruiscono la loro trappola. Negli ultimi mesi sono aumentate le segnalazioni di telefonate che iniziano in modo anomalo, apparentemente silenziose, per poi trasformarsi in messaggi urgenti: un meccanismo studiato per sfruttare il sentimento più immediato, la paura, e ottenere il consenso della vittima. Chi vive nelle città lo nota spesso: numeri sconosciuti che chiamano a ripetizione, risposte brevi e silenzi che servono a raccogliere frammenti vocali. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio la facilità con cui una frase registrata può essere ricomposta in frasi credibili grazie agli strumenti disponibili.

Come funziona la truffa della telefonata silenziosa

La dinamica del raggiro è semplice nella logica, complessa nella tecnologia. All’inizio arriva una chiamata apparentemente “vuota”: chi risponde sente solo rumore o silenzio, magari fa la domanda «Chi è?» e continua la conversazione. In quei secondi la voce dell’utente viene registrata: non servono minuti interi, spesso bastano pochi secondi per ottenere campioni utili. Successivamente, tramite software di sintesi vocale avanzata, i truffatori replicano la voce registrata e compongono frasi complete, chiedendo denaro ai contatti della vittima fingendosi lei. Questo processo si basa su due elementi: la registrazione della voce e la capacità di generare audio realistico con intelligenza artificiale o tecnologie di clonazione vocale.

Il risultato è che un genitore può ricevere una chiamata in cui la voce del figlio chiede un bonifico urgente, mentre il figlio è del tutto ignaro. Lo schema funziona perché sfrutta la fiducia preesistente nel rapporto famigliare: la vittima non sospetta che la voce sia una falsificazione. In diverse città italiane le forze dell’ordine segnalano un aumento di casi in cui il conto corrente viene svuotato in pochi trasferimenti lampo; spesso i movimenti avvengono verso canali difficili da tracciare. Un aspetto che sfugge a chi non conosce il fenomeno è la rapidità con cui la richiesta di denaro viene formulata: la pressione temporale serve a impedire verifiche.

Come proteggersi e cosa fare se succede

La prima regola pratica è semplice: se ricevete una chiamata silenziosa, riagganciate subito. Non lasciate che la conversazione raccogliendo campioni vocali prosegua. Se poi qualcuno chiede denaro, anche se la voce sembra familiare, chiamate immediatamente la persona sul suo numero abituale o via videochiamata: la verifica diretta spezza il raggiro. Non inviate codici OTP né condividete informazioni bancarie per telefono; questi dati sono spesso il vero obiettivo dei truffatori.

Per proteggere il conto, conviene attivare strumenti di sicurezza: limiti sui trasferimenti, notifiche in tempo reale dalle app bancarie, e autenticazione a due fattori per gli accessi. Segnalate le chiamate sospette al vostro operatore e, se necessario, alla polizia postale: in Italia esistono procedure per denunciare truffe telefoniche e bloccare flussi sospetti. Un dettaglio che molti sottovalutano è la gestione dei contatti: controllate le impostazioni sulla privacy delle chat e limitate la condivisione di registrazioni vocali o memo su piattaforme pubbliche.

Infine, se avete già effettuato un pagamento dopo una richiesta sospetta, contattate subito la banca per chiedere il blocco e la revoca dell’operazione, e presentate denuncia: la tempestività aumenta le possibilità di recupero. È una tendenza che in questi mesi interessa sempre più persone in Italia; la conseguenza concreta è che la prudenza nelle comunicazioni telefoniche diventa parte della difesa quotidiana del risparmio familiare.