Un pasto semplice può diventare una piccola barriera contro le malattie del cuore: secondo alcuni studi, una dieta ricca di pomodori è associata a una riduzione del rischio di ictus e di malattia coronarica. Non si tratta solo di miti da cucina, ma di composti misurabili che agiscono sul sistema circolatorio. La domanda pratica è: come trasformare il pomodoro in un alleato concreto per il cuore? Qui si spiega cosa conta davvero nella scelta, nella preparazione e negli abbinamenti.
Perché il pomodoro protegge il cuore
I benefici più citati derivano dal licopene, un carotenoide presente soprattutto nei frutti maturi di colore rosso. Il suo ruolo principale è quello di antiossidante: riduce lo stress ossidativo che contribuisce all’insorgenza di malattie metaboliche e degenerative. In termini pratici, il licopene aiuta a inibire l’ossidazione del colesterolo LDL, una delle prime fasi nella formazione delle placche aterosclerotiche. Questo meccanismo spiega in parte perché il consumo regolare di pomodori è stato collegato a una minore incidenza di eventi cardiovascolari.
Un altro elemento rilevante è il potassio, abbondante nei pomodori e fondamentale per il controllo della pressione. La carenza di potassio è associata a ipertensione, crampi muscolari e calo di concentrazione: un dettaglio che molti sottovalutano quando organizzano la propria dieta. I pomodori forniscono inoltre fibre e una quota di vitamina C, se consumati crudi, e sono relativamente ipocalorici, elemento apprezzato da chi controlla l’apporto energetico quotidiano.
Va sottolineato che non tutte le varietà offrono lo stesso contenuto di licopene: i frutti rossi e maturi ne contengono quantità maggiori rispetto ai pomodori gialli o verdi. Per questo, guardare al colore e alla maturazione è più importante di quel che sembra, soprattutto nella scelta per il consumo frequente.

Come prepararli e con cosa abbinarli per massimizzare i benefici
Non basta mangiare pomodori: conta la forma in cui li consumiamo. Il licopene è più assimilabile quando il pomodoro è tagliato finemente o grattugiato, e quando subisce una delicata lavorazione termica. Per questo, passate, salse e sughi cotti rilasciano e rendono più biodisponibile il licopene rispetto al frutto intero. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che le salse fatte in casa o di buona qualità possono essere un modo pratico per avere il massimo da questo ingrediente lungo tutto l’anno.
Un altro fattore chiave è la presenza di grassi: il licopene è liposolubile, quindi aggiungere un cucchiaio di olio d’oliva alla salsa o al condimento aumenta l’assorbimento. Allo stesso tempo, fonti di vitamina E come semi e noci contribuiscono a proteggere il licopene dall’ossidazione. Aglio e cipolla, ingredienti classici della cucina mediterranea, apportano composti con effetti anti-aterosclerotici e rinforzano il profilo salutare dei piatti a base di pomodoro.
È utile ricordare che il calore migliora la disponibilità del licopene mentre il potassio rimane stabile alle alte temperature; la vitamina C, invece, è sensibile alle temperature superiori ai 40 °C, perciò vale la pena alternare preparazioni crude e cotte. Accostare il pomodoro a pesci ricchi di omega-3 completa il piatto con grassi cardioprotettivi e rende il pasto non solo più saporito, ma anche più protettivo per il sistema circolatorio. Nella pratica quotidiana molte persone in cucina domestica mescolano questi accorgimenti: una passata profumata con olio e aglio, o un’insalata con pomodori maturi, noci e un filo d’olio, sono semplici rituali che migliorano il profilo nutrizionale del piatto.
