Novese: in 13 tra fuori rosa e ammutinate


È la storia della settimana, forse diventerà la storia della stagione, ma in casa Novese si sta consumando la resa dei conti che probabilmente era nell’aria già qualche settimana fa quando il tecnico Fossati rassegnò le dimissioni perché in aperto contrasto con alcuni elementi dello spogliatoio che a suo dire avevano velleità che esorbitavano dal loro ruolo. Lì per lì non ci furono prese di posizione da parte della società del presidente Saccone che aveva messo al timone della Prima Squadra Giovannetti, con Fossati (vicepresidente esecutivo del club) che rimaneva responsabile del Settore Giovanile, grande vanto della società di Novi Ligure. Inutile dire che però la situazione era tutta in divenire, e infatti il bubbone è esploso alla vigilia del match contro il Saluzzo. Tre giocatrici, il capitano Barbara Di Stefano, Romina Draghi e Francesca Lardo sono state messe fuori rosa. A loro si sono unite altre dieci giocatrici, che di fatto si sono ammutinate. La partita poi si è disputata lo stesso, con la Novese che, seppur imbottita di giocatrici giovanissime (anche 14enni), ha portato a casa la vittoria per 5-0. Ma le ferite sono profonde: Giovannetti si è dimesso prima del match, e quindi in panchina è tornato Fossati. Ora la Novese è in silenzio stampa, e fanno sapere dalla società biancazzurra: “Agiremo presso le sedi competenti sia sportive che civili o penali”. Non è il primo caso che accade nel calcio femminile di questo tipo: non lontano da Novi Ligure, a Casale nel 2013 l’ammutinamento delle giocatrici che si rifiutarono di scendere in campo per quattro partite consecutive provocarono la radiazione della società. Ovviamente questo non è quello che si augurano dalle parti di Via Francesco Crispi, dove svetta lo Stadio “Girardengo”. Però ci si ritrova a dover affrontare una situazione di profonda incertezza a poco più di sei mesi dall’aver sfiorato la promozione in Serie A. A Novi le bocche sono cucite: trapela rammarico e un pizzico di imbarazzo ma anche orgoglio e consapevolezza delle proprie ragioni. Purtroppo, per conoscere l’epilogo di questa (triste) vicenda dovremo aspettare i tribunali. Con l’augurio che le parti magari si possano riavvicinare in queste settimane.
Flavio Grisoli