Matera città dei sassi, Noemi Montemurro : “Siamo un bel gruppo di ragazze umili e lavoratrici”


A tu per tu con Noemi Montemurro, classe 2000, centrocampista veloce e di movimento, dotata di una buona visione di gioco, tecnica e forza fisica, nuovo colpo di mercato della neopromossa squadra lucana.
Ciao Noemi, quali i motivi che ti hanno spinto ad accettare una nuova proposta?
Quando ho iniziato ad avvicinarmi al mondo calcistico a Matera, non c’erano squadre femminili che potevano permettermelo e ho dovuto frequentare scuole calcio maschili. Questo è ciò che avveniva nella maggior parte delle città del sud Italia ed è una realtà che purtroppo persiste ancora oggi. Anche se con i ragazzi è stata un’esperienza che porterò sempre con me, giocare a calcio dovrebbe essere garantito anche a noi donne. Per questo motivo non ho potuto far altro che appoggiare questo nuovo progetto che porterà la squadra femminile “Matera città dei sassi” in serie C, sperando ci possano essere sempre più ragazze ad avvicinarsi a questo sport anche nella mia città.
Un giudizio sul nuovo ambiente a Matera
Siamo una squadra giovane, abbiamo iniziato la preparazione da poco per cui stiamo iniziando ora a conoscerci. Con le altre ragazze vado molto d’accordo. Sono umili e lavoratrici, come piace a me. Sono certa che insieme allo staff e dirigenza potremo costruire un bel gruppo.


Quali le persone che ti hanno maggiormente valorizzato nella tua carriera calcistica?
Ci sono stati alti e bassi nel mio percorso, come è giusto che sia. Ho avuto il piacere di farmi allenare da diversi allenatori e ognuno mi ha lasciata qualcosa, nel bene e nel male. Per questo motivo non mi sento di citare qualcuno in particolare perché ogni persona incontrata mi ha permesso di crescere e di migliorare. Discorso identico per quanto riguarda le compagne di squadra. Anche se la maggior parte di loro sono ad oggi fisicamente lontane, porto con me ricordi ed esperienze fantastiche che il calcio ci ha permesso di vivere.
Il ricordo più bello e la delusione più grande vissuta con la Pink Bari
Sarebbe scontato parlare dello scudetto vinto con la primavera nel 2018, ma è proprio così. Anche se sono passati tre anni, ripensare a quel momento o guardare semplicemente una foto mi fa ancora oggi vivere un’emozione unica. La delusione più grande invece è stata dover andar via perché dopo 4 anni trascorsi li percepivo la Pink come una seconda famiglia.
Prospettive ed obiettivi per il futuro. Darai priorità allo studio o alla carriera calcistica?
Ho sempre avuto due grandi passioni: studiare e giocare. Il calcio però ad oggi per me rimane una grande passione, una valvola di sfogo di cui non riesco a farne a meno. Nonostante ciò la mia priorità è quella di terminare la facoltà di ingegneria intrapresa due anni fa.