Fortitudo Mozzecane: intervista a Marta Magalini


Marta Magalini, dopo tanti anni passati a vestire la maglietta gialloblù, ha deciso di svolgere una nuova funzione all’interno della Fortitudo: team manager della Primavera, figura di riferimento per tutte le ragazze.
In cosa consiste il tuo lavoro da team manager della Primavera?
«Il mio lavoro consiste soprattutto nel coordinare le sfide della domenica. Durante la settimana spesso ho problemi a seguire la squadra, per impegni universitari e via dicendo. Mi concentro più sul weekend. Diciamo che cerco di essere anche una figura di riferimento per allenatori e ragazze, nel caso ci fossero problemi nel gruppo o a livello personale».
Perché hai deciso di svolgere questo ruolo?
«Ho scelto di fare questo perché sono molto legata alla Fortitudo. Ho sempre giocato con questa società, fino allo scorso anno, per cui dopo tutti questi anni in gialloblù ho pensato che sarebbe stato bello provare a restituire ciò che la Fortitudo mi ha dato. Mi piaceva l’idea di continuare la mia avventura qui, anche se non come calciatrice».
Come sta procedendo finora la stagione?
«Il campionato per ora sta andando bene; abbiamo giocato tre partite e ne abbiamo vinte due e persa una. Credo che la vittoria di domenica scorsa sia stata molto importante per la il corso della nostra stagione (Tavagnacco – Fortitudo 0-1, ndr), perché è arrivata contro la favorita del nostro girone che, fino alla partita, era a punteggio pieno».
«L’obbiettivo è arrivare tra le prime tre del nostro girone. Ciò che vogliamo è in particolare che le ragazze acquisiscano una mentalità da squadra vincente. È importante che il gruppo diventi sempre più unito e coeso, che impari concetti importanti come sacrificio e spirito di squadra. A livello singolo vorrei che le ragazze avessero un approccio al lavoro, agli allenamenti e alle partite sempre più maturo e responsabile, diciamo pure professionistico. Ogni elemento della rosa deve lavorare nell’ottica di poter arrivare a giocare in prima squadra».
Con la nuova serie B il numero delle ragazze chiamate dalla Primavera alla prima squadra è molto calato. Un livello troppo alto per le giovani gialloblù?
«Credo di sì. Molte ragazze della Primavera vengono da ambienti in cui non erano abituate a confrontarsi con un ambiente professionale come questo, quindi prima di poter fare il salto di categoria devono cambiare mentalità. Devono avere il tempo per maturare. Ovviamente più si alza il livello della prima squadra e più deve alzarsi quello della Primavera e, in generale, delle giovanili. Serve un lavoro professionale in ogni settore giovanile in modo che il livello tra le varie squadre sia omogeneo e le ragazze più giovani possano aspirare a giocare nella serie B nazionale».
Riccardo Cannavaro
Foto: Graziano Zanetti Photographer
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